KARL MARX
Primi anni di vita e studi di Karl Marx:
Karl Marx nacque nel 1818 a Treviri, in Prussia (ora Germania), da una famiglia di origine ebraica che si convertì al protestantesimo. La conversione del padre gli permise di esercitare la professione di avvocato.
Marx inizialmente studiò legge all'Università di Bonn, conducendo una vita piuttosto disordinata, contraendo debiti e persino una breve prigionia. In seguito si trasferì a Berlino, dove l'ambiente accademico era più severo. Il suo periodo a Berlino fu segnato dal suo fidanzamento con Jenny von Westphalen, nonostante le obiezioni della famiglia.
Nel 1837, Marx decise di abbandonare gli studi di legge per concentrarsi sulla filosofia. Ciò era contro i desideri del padre. La sua tesi di dottorato sulle differenze tra le filosofie di Democrito ed Epicuro mostrava le sue inclinazioni verso il materialismo e il naturalismo, in contrasto con l'idealismo dominante nelle università tedesche.
Attivismo politico e scritti di Marx:
Marx divenne direttore del *Rheinische Zeitung*, un giornale liberale di Colonia. Questo coinvolgimento lo portò a interessarsi a questioni economiche e politiche. La chiusura del giornale da parte del governo portò al suo esilio autoimposto.
Dal 1843 al 1845, Marx visse a Parigi, collaborando con Arnold Ruge al Deutsch-Französische Jahrbücher. La rivista fu chiusa a causa del suo contenuto radicale. Successivamente, si trasferì a Bruxelles dopo essere stato espulso dalla Francia su richiesta del governo prussiano.
Durante i suoi anni a Parigi e Bruxelles, Marx produsse molte opere su economia e filosofia, collaborando strettamente con Friedrich Engels, dando inizio a un'amicizia che durò tutta la vita.
Marx prese le distanze dall'idealismo hegeliano e dalla filosofia di Feuerbach, pur apprezzando il concetto di progresso storico dialettico di Hegel. Criticò Feuerbach per l'idealismo, pur riconoscendo il contributo di Feuerbach nel portare la filosofia al concreto.
Marx criticò fortemente i socialisti francesi, in particolare Proudhon, ritenendo il loro approccio "borghese" e "utopico" in *La miseria della filosofia* (1847). Contrappose la sua prospettiva a quello che chiamava "socialismo scientifico".
L'opera matura di Marx e il Manifesto comunista:
Nel 1847, Marx (rappresentato da Engels) partecipò al congresso della Lega dei Comunisti. Lui ed Engels in seguito scrissero insieme il Manifesto comunista (1848), un testo fondamentale che sosteneva il rovesciamento della borghesia e l'istituzione di una società senza classi.
Dopo le rivoluzioni del 1848, Marx si trasferì a Londra, dove visse fino alla sua morte nel 1883. Affrontò difficoltà economiche, contando sul sostegno di Engels, ma continuò a scrivere, producendo importanti opere come Das Kapital e critiche di eventi politici.
Morì a Londra nel 1883 e il suo lavoro influenzò profondamente i successivi movimenti socialisti e comunisti.
L’ALIENAZIONE E IL MATERIALISMO STORICO:
Karl Marx, uno dei filosofi più influenti della storia, ha elaborato una teoria complessa e articolata sulla società e sulla storia, nota come materialismo storico. Secondo Marx, la storia dell'umanità è determinata in primo luogo dalle condizioni materiali in cui vivono gli uomini, ovvero dai modi in cui producono e organizzano la società.
La struttura e la sovrastruttura
Marx distingue tra struttura e sovrastruttura della società. La struttura è costituita dai modi di produzione, cioè dall'insieme delle forze produttive (tecnologia, lavoro) e dei rapporti di produzione (proprietà dei mezzi di produzione, divisione del lavoro). La sovrastruttura, invece, comprende tutte le istituzioni, le idee, le culture e le leggi che sorgono sulla base della struttura economica.
L'alienazione del lavoratore
Nel capitalismo, secondo Marx, il lavoratore è alienato. Questo significa che viene separato da ciò che produce, dal suo stesso lavoro e dalla sua essenza umana. L'alienazione si manifesta in quattro forme principali:
Alienazione dal prodotto del lavoro: il lavoratore non possiede ciò che produce, che appartiene al capitalista.
Alienazione dall'attività lavorativa: il lavoro diventa un mezzo per sopravvivere, perdendo la sua dimensione creativa e soddisfacente.
Alienazione da sé stesso: il lavoratore si sente estraneo alla propria essenza, riducendosi a mero strumento di produzione.
Alienazione dagli altri: i rapporti sociali sono mediati dal lavoro e dalla competizione, impedendo lo sviluppo di relazioni umane autentiche.
Il comunismo come soluzione
Per Marx, la soluzione all'alienazione e alle disuguaglianze del capitalismo sta nell'instaurazione di una società comunista. In questa società, la proprietà privata dei mezzi di produzione sarebbe abolita, e i lavoratori sarebbero liberi di organizzare la produzione in modo democratico e collettivo. In questo modo, l'alienazione sarebbe superata e l'uomo potrebbe realizzare la propria piena umanità.
Secondo il materialismo storico, il motore della storia è la lotta di classe. Le diverse classi sociali (borghesia e proletariato) entrano in conflitto per il controllo dei mezzi di produzione. Questo conflitto, secondo Marx, porterà inevitabilmente alla caduta del capitalismo e all'avvento del comunismo.
IL SISTEMA CAPITALISTICO E IL SUO SUPERAMENTO:
La merce-uomo e il plusvalore
Una delle idee centrali di Marx è quella della "merce-uomo". L'operaio, sotto il capitalismo, viene considerato come una merce, un bene da acquistare e vendere sul mercato. Il lavoratore produce un valore superiore a quello che riceve in salario: questa differenza, definita plusvalore, è la fonte del profitto del capitalista.
Pluslavoro: È la parte della giornata lavorativa che va oltre il tempo necessario per produrre il valore equivalente al salario.
Plusvalore: È il valore economico creato dal pluslavoro e che viene appropriato dal capitalista.
Per Marx, il plusvalore è alla base dello sfruttamento capitalistico. Il capitalista, pagando un salario inferiore al valore effettivo del lavoro svolto, si appropria di una parte del valore creato dagli operai. Questo meccanismo, secondo Marx, è alla radice delle disuguaglianze sociali e delle crisi economiche del capitalismo.
Se un operaio produce in 4 ore di lavoro il valore equivalente al suo salario giornaliero, e lavora complessivamente 8 ore, le restanti 4 ore sono pluslavoro. Il valore creato in queste 4 ore è il plusvalore, che va a finire nelle tasche del capitalista.
In sintesi:
Il plusvalore è il motore del profitto nel capitalismo.
Lo sfruttamento, secondo Marx, si basa sull'appropriazione del plusvalore da parte del capitalista.
La lotta di classe è in gran parte una lotta per il controllo del plusvalore.
Il valore della merce e il profitto
Marx distingue tra il valore d'uso di una merce (la sua utilità) e il suo valore di scambio (il prezzo a cui viene venduta). Il valore di scambio di una merce è determinato dalla quantità di lavoro socialmente necessario per produrla. Il profitto del capitalista deriva dall'appropriazione di una parte del valore creato dai lavoratori.
Le contraddizioni del capitalismo
Il sistema capitalistico, secondo Marx, è intrinsecamente contraddittorio. L'aumento della produttività, ottenuto attraverso l'introduzione di macchinari, porta alla disoccupazione e all'intensificazione del lavoro. Inoltre, la competizione tra i capitalisti tende a ridurre i profitti, creando una situazione di instabilità economica.
La rivoluzione e la società comunista
Per Marx, l'unica soluzione alle contraddizioni del capitalismo è la rivoluzione sociale. La lotta di classe tra proletariato e borghesia porterà alla caduta del capitalismo e all'instaurazione di una società comunista, senza classi e senza proprietà privata. Nella società comunista, i mezzi di produzione saranno di proprietà comune e la produzione sarà organizzata in modo da soddisfare i bisogni di tutti.
LA RELIGIONE:
Una delle frasi più famose di Marx a proposito della religione è che essa è "l'oppio dei popoli". Con questa espressione, egli intendeva sottolineare che la religione agisce come una sorta di "drogatura" per le masse, offrendo un conforto illusorio di fronte alle sofferenze della vita terrena.
Perché Marx criticava la religione?
Alienazione: Per Marx, la religione è un prodotto dell'alienazione dell'uomo da sé stesso e dalle sue vere potenzialità. In una società caratterizzata da disuguaglianze e sfruttamento, la religione promette una felicità ultraterrena, distogliendo l'attenzione dalle ingiustizie del mondo reale.
Ideologia: La religione, secondo Marx, è un'ideologia che serve a giustificare l'ordine sociale esistente. Presenta il mondo come un dato di fatto immutabile, nascondendo i conflitti di classe e le contraddizioni del sistema capitalistico.
Passività: La religione incoraggia la passività e la rassegnazione, invitando i fedeli ad accettare le sofferenze della vita terrena in attesa di una ricompensa nel cielo. In questo modo, la religione diventa un ostacolo alla lotta per la giustizia sociale e per un cambiamento radicale della società
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